STOP!
Abbiamo mandato in soffitta il vecchio modo di fare. Quando insieme a un cliente ragioniamo su un suo report, non lo facciamo più secondo calendario. Sia detto non tanto per quanto concerne la data d’uscita del bilancio, improrogabilmente stabilita dalle scadenze istituzionali. Piuttosto, relativamente alle potenzialità di ognuno dei documenti che progettiamo, redigiamo, impaginiamo e comunichiamo.
Perché limitare la forza comunicativa dei report a qualche mese?
La stagione dei bilanci per noi non esiste più.
Non vogliamo che esista, lavoriamo per cancellarla, consigliamo ai nostri clienti di non considerarla e di abbandonarsi invece al coraggio di rompere gli schemi, materiali e temporali, da cui la reportistica è limitata.
Se la rendicontazione è obbligatoria per tempi e modi e impone alle organizzazioni – dalle più grandi alle più piccole – uno sforzo di autoanalisi faticoso e pressante, perché non valorizzarlo a fondo e trasformarlo in un’occasione di apertura, dialogo e incontro con gli altri?
IL 2024: IL TERRORE DELLA CSRD
Ormai da qualche anno ripetiamo che il rendiconto e il racconto sono attività differenti, complementari ed entrambe componenti naturali di un bilancio.
Nel 2024 abbiamo convissuto con l’incertezza – sensazione che ci aspettiamo possa acuirsi nel 2025 – calata sulle aziende dall’evoluzione della normativa.
“Che sarà di noi con la nuova CSRD?” ci hanno chiesto in molti, frenando – nell’attesa dell’applicazione della legge – lo spunto al racconto cui si erano aperti negli anni precedenti.
La risposta che abbiamo dato è stata proporre con ancor più forza l’idea guida della nostra attività di consulenza: il bilancio – di qualunque tipo sia – è una fonte di informazioni strategica per consolidare attraverso la comunicazione la reputazione e relazioni aziendali.
QUE VIVA EL CONCEPT!
Tutti lo vogliono, molti ne parlano, in pochi lo afferrano e lo fanno proprio.
Ma cos’è il concept di un bilancio? L’errore più comune è ridurlo al titolo che si mette in copertina.
La sua funzione è assai più profonda. Nel contesto della reportistica, il concept è il nucleo narrativo – coerente con l’identità aziendale – intorno a cui si struttura il racconto di quanto l’azienda ha fatto e ottenuto e di quel che ha in programma di fare.
Più o meno astratto, più o meno libero nell’allontanarsi dall’attività aziendale, il concept facilita la traduzione dei temi e degli eventi oggetto del bilancio in un racconto che – con tono di voce e aspetto grafico uniforme – si diffonde su diversi media.
Con la Dichiarazione Non Finanziaria del Gruppo Banco BPM 2023 abbiamo dato seguito a una narrazione iniziata ormai 3 anni orsono. In una sequenza partita dall’interrogarsi sul reale ruolo di una banca all’interno della società e passata per la vicinanza ai territori, quest’anno ci siamo concentrati sul comunicare il reale impatto del Gruppo sulla società.
La presenza di un concept forte e solidamente impostato, richiamato nei divisori di sezione e ripreso nel video riassuntivo dell’anno, ci ha aiutato a estendere la vita della DNF ben oltre i giorni della sua pubblicazione.
Come il concept faciliti la riconoscibilità della comunicazione attraverso differenti e multipli canali è evidente anche nel lavoro svolto insieme a Yamamay.
Dalla forte identità grafica del documento impaginato è nata – sotto il titolo “Rinascere. Cambiare”- una versione digitale del report che, riprendendo assi strategici, principali risultati e progetti, racconta in breve l’anno di evoluzione e trasformazione vissuto dal Gruppo, offrendo un diverso livello di lettura.
BOOM! IL BILANCIO NON ESISTE PIÙ
Il concept è un cavallo di Troia. L’artificio narrativo apre la porta a percorsi e strade di lettura personalizzati e differenti, sentieri che possono condurre fino alla completa scomposizione del bilancio.
Perché l’esercizio abbia piena efficacia e possa essere condotto all’estremo, occorre sviluppare una perfetta complementarietà tra documento impaginato e altri strumenti di comunicazione (digitali come il sito, i social, ma anche cartacei come gli opuscoli di sintesi).
Non dare il tempo alla compliance di ingessare il bilancio in una pura rendicontazione – eventualità che può essere pressante nella versione impaginata – permette di costruire racconti vari e differenziati, talvolta pensati su speciali categorie di lettori.
Per Poste Italiane, nella versione digitale della Relazione Finanziaria 2023, abbiamo ordito un’architettura dei contenuti aperta alla curiosità dei lettori. Ciascuno può interrogare l’immensa mole di contenuti del report secondo il proprio interesse. Una serie di rimandi e di collegamenti, infatti, categorizza e riclassifica le azioni del Gruppo secondo SDG, temi di materialità e pilastri strategici.
Un intervento di questo tipo nasce per garantire la piena accessibilità dei contenuti.
Perché, sì: quando parliamo di accessibilità non la intendiamo solo dal punto di vista tecnico, ma anche nell’ottica di un’architettura informativa che permetta a differenti lettori di soddisfare i propri diversi, particolari bisogni informativi.
Tale riflessione è stata al centro del progetto realizzato per il Gruppo CCB.
Insieme al Gruppo bancario di credito cooperativo abbiamo messo a punto una ricca struttura che – poggiando su due documenti distinti come la Relazione Finanziaria Annuale e la Dichiarazione non Finanziaria – integra le informazioni in un unico percorso di lettura.
Ne è nato un ecosistema di bilancio orchestrato su tre ricche single-page, un ordito di rimandi ai documenti cartacei, tre video sintetici e un piano editoriale di comunicazione sui social basati su un unico, forte concept di comunicazione.
I REPORT NON SONO UNA RISERVA PER INDIANI
Eccoci al punto, dunque.
Se non è più solamente il documento che si sviluppa nello scorrere ordinato delle pagine, il bilancio è libero di sfruttare le sue potenzialità comunicative; può finalmente diffondersi, ibridarsi e contaminare la comunicazione su diversi media. Può farlo anche in periodi diversi da quello strettamente riservato alla chiusura dell’anno fiscale. Può utilizzare un linguaggio più libero. Può essere vivo.
Il Gruppo Feralpi ha quest’anno incluso la DNF all’interno della Relazione Finanziaria Annuale. Sull’impaginato, la richiesta è stata quella di avere un lavoro classico, chiaro e poco appariscente.
Soddisfatta questa esigenza di allinearsi nella reportistica “ufficiale” allo stile finanziario, abbiamo improntato la comunicazione di sostenibilità a una maggiore libertà e riconoscibilità.
Ne sono nati una sintesi ispirata dal concept “Living steel”, a sua volta tradotta in un video dai toni decisamente inconsueti.
Un percorso simile è stato quello che abbiamo affrontato insieme a Guala Closures.
L’esigenza del cliente era dare maggior evidenza ai risultati ottenuti nel campo della sostenibilità. Abbiamo allora trasformato la DNF (anch’essa pubblicata all’interno della Relazione Finanziaria Annuale) in una versione sintetica altamente comunicativa e ricca di rimandi a contenuti multimediali.
Il risultato è un racconto vivace, capace di aggiornarsi nel tempo e diretto a un pubblico più ampio di quello strettamente specialistico.
LA CSRD NON CAMBIA NULLA. ANZI, CI LIBERA!
L’impatto della normativa CSRD sul mondo della reportistica non ci spaventa.
Al centro di eventi e dibattiti e capace di ridefinire la collocazione e la struttura della reportistica legata alla sostenibilità (come spiegato nell’articolo “La nuova CSRD e gli standard ESRS” del nostro Davide Della Valentina), il salto normativo non può essere un motivo per comunicare meno la sostenibilità. Né per comunicarla peggio.
Come abbiamo intuito per tempo – e come confermato dalle analisi svolte anche nella Digital Reporting Convention di Vienna – i temi della sostenibilità sono ormai basilari per l’identità delle aziende, integrati nel business e fattore di scelta per consumatori e lavoratori.
Riportarli in un giardino dedicato a specialisti e analisti non solo non può bastare, ma rappresenta un rischio d’immagine e di business.
L’emergere e affermarsi di nuovi standard impongono, al tempo stesso, la necessità di rispettarli e superarli (che non significa ignorarli).